14/05/14

Specchi e oggetti decorativi in corallo di Trapani

Oggetti d'arte religiosi o secolari in corallo, produzione siciliana di Trapani.

A Trapani, dove le barriere coralline hanno dato una materia prima in abbondanza, l'arte della trasformazione artigianale del corallo era diventato sistematico. Nel Cinquecento e fino alla fine del Settecento, Trapani aveva nei suoi laboratori una produzione altamente specializzata in opere di bronzo dorato, riccamente decorate con corallo. Era una tecnica esclusivamente siciliana che non si poteva trovare altrove.


Specchi in corallo e smalto - Trapani, Seicento
Specchi di Trapani, corallo e smalto, Seicento
Fonte: Galerie Perrin


I più belli pezzi sono stati destinati alle corte europee come doni diplomatici, ma la maggior parte della produzione è stata mandata sia sul mercato locale, sia per l'esportazione verso l'Italia del sud o in Spagna.

Le manifatture trapenese hanno prodotto crucifici, acquasantiere, calici, ostensori per le chiese. Mentre i pezzi secolari come scatole, vasi, piatti o specchi sono stati acquisti dalla nobiltà e dalla Corte.


Pala d'altare in corallo e avorio, Trapani, Seicento
Fonte: Sotheby's


La tecnica utilizzata nel Cinquecento a Trapani si caratterizza per l'uso di piccoli pezzi di corallo di forma geometrica, scolpiti in modi diversi, e messi in una cornice di rame dorato precedentemente forato; che permette di ottenere una ricca varietà di effetti decorativi come interlacciamento e foglie di acanto. Gli oggetti possono essere arrichiti con smalto bianco, blu, e altri colori scelti per contrastare con il rosso del corallo.


 Oggetti smaltati in corallo e specchio inciso - Trapani, Seicento
Oggetti smaltati in corallo e indietro inciso di uno specchio
Trapani, Seicento


Verso la fine del Seicento, si utilizza dei scalpelli per scolpire il corallo, foglie e fiori sono attaccati sulla superficie dell'oggetto con un filo di metallo. La parte posteriore di alcuni specchi di rame dorato poteva essere decorata con decorazioni incise.



08/05/14

Vallauris e le ceramiche di Picasso

È impossibile di parlare della ceramica del Novecento senza menzionare la presenza di Picasso a Vallauris, "la città di centinaia di vasai", e la sua collaborazione con il laboratorio di Madoura che ha avuto inizio nel 1947.

Non è bene conosciuto ma l'artista trascorse parte della sua carriera alla creazione di ceramiche a Vallauris dove ha prodotto quasi 633 piatti, ciotole, vasi e brocche diverse. La presenza di Picasso a Vallauris ha attirato altri artisti, pittori e scultori venuti a provare questa arte. Pablo Picasso ha stimolato dalla sua potenza creativa, l'emergere di una ripresa nella produzione di ceramiche degli anni 50.


Gros oiseau visage noir - Pablo Picasso
Gros oiseau visage noir, 1951
Pablo Picasso


È stato durante una visita al festival della ceramica a Vallauris che Picasso ha fatto la conoscenza di Huguette e Georges Ramié, allora proprietari nel villaggio da dieci anni di una fabbrica di ceramiche che avevano chiamato Madoura. Nel 1947, i Ramié mettono a diposizione di Picasso un atelier nella loro fabbrica.

Appassionato, l'artista decide di rimanere a Vallauris fino al 1955 per dedicarsi a questa attività che gli fornisce nuove propettive di creazione attraverso la plasticità della terra e la magia della cottura in forno, che rivela colori eclatanti dello smalto e la brillantezza dei vernici.


Visage de femme, Vase tripode - Pablo Picasso
Visage de femme, Vase tripode, 1950
Pablo Picasso


L'artista crea la decorazione su forme tradizionali come brocche, piatti o oggetti meno tradizionali e non destinati ad essere decorati come gli elementi utilizzati durante la cottura. Picasso era affascinato dai colori ottenuti dai "cappricci" della cottura; e proverà una varietà di "ricette" nella fabbricazione di ingobbi.

Le decorazioni e le forme mostrano temi ricorrenti nella sua opera come animali, corride, nature morti e sono trattate con le più diverse techniche: decorazione incisa, ingobbiata, smaltata...


Corrida - Pablo Picasso
Corrida, 1947
Pablo Picasso


Madoura lo presentò a tutti i processi che, inoltre, non tarderà ad arrichire con le sue proprie invenzioni. L'opera in ceramica di Picasso non si limitava alla decorazione: disegna le sue proprie forme alle quale il tornitore dell'atelier, Jules Agard, ha dato corpo.

Lui non lavorava la ceramica con i standard dei ceramisti ma con le sue invenzioni e come estensione del suo lavoro della scultura, pittura, stampe... Modella ma crea anche nuovi pezzi assemblando vari elementi ruotati.



30/04/14

Le Dame di Trianon, ritratti nel corso della Storia

Residenza di primavera e d'estate dei Re di Francia, i due castelli di Trianon erano destinati a riparo i loro amori, ma presto sono stati considerati luoghi per passeggiate e rilasso, lontano dal protocollo della Corte di Versailles. Le donne più belle sono state invitate a spettacoli e feste, nell'intimità della famiglia reale.


Veduta del castello reale di Trianon, nel parco di Versailles
Veduta del castello reale di Trianon, nel parco di Versailles
Pierre le Pautre (1660-1744)


Se le Regine Maria Teresa d'Austria, moglie di Luigi XIV, e Maria Leszczinska, moglie di Luigi XV vengono regolarmente al Trianon, sono soprattutto le maestre che ci lasciano più ricordi: Madame de Montespan, Mesdames de Pompadour e du Barry, e le figlie di Luigi XIV, noti per i loro facezie.


Madame du Barry, circa 1770
Madame du Barry, circa 1770
François-Hubert Drouais (1727-1775)


Alla fine del regno di Luigi XIV, la Duchessa di Borgogna, madre di Luigi XV, trasferì la sua residenza al Grand Trianon dove organizza il carnevale del 1702. Così essa prefigura la Regina Maria Antonietta, il cui ricordo rimane per sempre attaccato al Petit Trianon dove conduceva una vita semplice, circondata dai suoi figli e le sue amiche, Mesdames de Lamballe e de Polignac.


Regina Maria Antonietta
Regina Maria Antonietta
Joseph Ducreux (1735-1802)






Duchessa de Berry, 1825
Duchessa de Berry, 1825
Sir Thomas Lawrence (1769-1830)


Dopo la Rivoluzione, nel 1805 Napoleone rifornisce i due castelli per sua madre, sua moglie Giuseppina e sua sorella Paolina Bonaparte, Principessa Borghese, nell'attesa di farne sua "residenza di primavera" dove sua seconda moglie Maria Luisa d'Asburgo organizzerà grande feste dal 1810.


Paolina Bonaparte, Principessa Borghese
Paolina Bonaparte, Principessa Borghese
Robert Lefèvre (1755-1830)


Poco frequentato durante la Restaurazione, Trianon s'illumina un'ultima volta sotto il regno di Luigi Filippo che ci alloggia la sua numerosa famiglia. Sua moglie la Regina Maria Amelia e sua sorella Madame Adelaide occupano l'ala sinistra del Grand Trianon. Sue figlie, le Principesse Clementina, Maria (ci ha festeggiato il suo matrimonio nel 1837), e Luisa Regina dei Belgi occupano l'ala destra. E l'erede al trono, Elena di Mecklenburg-Schwerin, Duchessa di Orleans alloggia al Petit Trianon.


Clementina di Orleans, 1832
Clementina d'Orleans, 1832
Franz-Xaver Winterhalter (1805-1873)


L'ultima sovrana ad aver visitato il Trianon è l'Imperatrice Eugenia, a cui dobbiamo la trasformazione del Petit Trianon in un museo dedicato alla memoria di Maria Antonietta. Mentre il Grand Trianon accoglie sotto la V° Repubblica i grandi di questo mondo, tra cui la Regina Elisabetta e la Regina Beatrice dei Paesi Bassi.


Imperatrice Eugenia, 1854
Imperatrice Eugenia, 1854
Edouard Louis Dubuffe (1819-1883)




28/04/14

I ritrattisti del Seicento e del Settecento

Il ritratto del Seicento è spesso un ritratto di potere, che esprime il rango sociale del soggetto attraverso l'atteggiamento e la posa, la ricchezza dell'arredamento, la sontuosità della messa in scena, gli accessori, gli attributi simbolici e allegorici.

Hyacinthe Rigaud fu uno dei pittori francesi, sotto il vecchio regime, che conobbe come ritrattista una grande celebrità. Quasi tutta la Corte di Versailles è andato nel suo studio e anche una parte dell'aristocrazia europea. Dei 400 dipinti che l'artista ha prodotto, la maggior parte sono ritratti ufficiali e di apparato.


Ritratto di Guy de Lavau - Seicento
Ritratto di Guy de Lavau, Seicento
Scuola di François Troy
Fonte: Proantic Antiquités de Frise


Invece il ritratto del Settecento cerca più la verità psicologica che la grandezza e immagini di parata. I ritrattisti si saranno ispirati da maestri olandesi e fiamminghi, e hanno abbandonato la piatezza del ritratto formale a favore di studiare il carattere del soggetto rivelato dal suo volto. Questa evoluzione è evidente nel ritratto dipinto. L'uso di uno sfondo neutro alleggerisce la composizione e dà un'atmosfera più rilassata e intima. Gli atteggiamenti dei modelli sono meno ieratici e il loro naturale consente un'espressione più autentica della personalità dell'individuo.

Il ritratto fa parte dell'evoluzione globale. Il pittore coglie un atteggiamento, uno sguardo un'espressione tali che poteva vedere il centro della vita della società. Il gusto dell'instante succede a quello delle immagini congelate in una solennità artificiale. La vitalità del ritratto è estrema e tutti vogliono essere dipinti, dal Re al semplice borghese, da Madame de Pompadour alla piccola ballerina dell'Opera.


Ritratto di Giovane Donna - Settecento
Ritratto di Giovane Donna, Settecento
Scuola di Hubert Drouais
Fonte: Proantic Olivier d'Ythurbide et Associé


In questa vita di società, alcuni ritrattisti rimangono comunque più fissati sui costumi invece della psicologia dei clienti. L'apparenza interessa di più dei sentimenti. Altri sono più analisti: Jean-Baptite Perronneau, Pierre Chardin, Maurice-Quentin de La Tour temono nessuna rivelazione intima. L'attenzione dell'artista, e quindi quella dello spettatore si concentra sul volto di cui l'espressione, lo sguardo, lo sorriso o la smorfia dicono la natura profonda del modello. I dialoghi interiori dei loro modelli con l'orgoglio, la seduzione, il successo, la vecchiaia si vedono totalmente sui loro volti.

Più della funzione, Nicolas de Largillière, Jean Nattier o Madame Vigée-Lebrun cercano di dipingere l'individuo, ma l'individuo in mezzo alla vita che lo circonda. Su tutti questi volti che gradualmente si animano si legge l'evoluzione del secolo: prima di tutto pomposo, brillante e mondano, e poi più grave, sentimentale e intimo.


Rittrato del Settecento
Ritratto del Settecento
Scuola di Nicolas de Largillière
Fonte: Proantic Galerie Pellat de Villedon


La forma del ritratto è anche legata alla definizione e la posizione del modello: il formato ovale è ampiamente utilizzato per il ritratto in busto che si iscrive così in modo armonioso.



22/04/14

Le miniature in avorio: miracolo della scultura

Le miniature in avorio con "micro-tecnologia" sono piccoli rilievi in avorio dove i dettagli sono di dimensioni microscopiche, spesso non più di un centesimo di millimetro. Queste sculture in avorio sono tra gli oggetti più belli mai creati dalla mano di un artista. Prodotte più di 200 anni fa, questi piccoli oggetti d'arte sono stati chiamati "mirabilia", o in altre parole "miracoli".


Dettaglio di una miniatura in avorio, Settecento


Questa tecnica di scultura riflette un grado di eccezionale abilità e grande virtuosismo. Molti dettagli in queste miniature in avorio sono fatti al centesimo di millimetro. I rami di alberi e arbusti non sono più di pochi centesimi di millimetro di ampiezza. Spesso questi dettagli microscopici non possono essere individuati senza una lente di ingrandimento.

I motivi più popolari erano scene pastore con templi, allegorie, fiori e sopratutto le rappresentazioni di paesaggi marini, e barche a vela.


Fregata
Miniatura in avorio, Settecento


Queste incisioni in avorio erano destinati a essere immessi in armadi d'arte e di curiosità. Marie-Thérèse, la grande Caterina e il Re George III possedevano tali pezzi.

Appena realizzate dallo scultore, la miniatura era immediatamente inserita in uno scrigno permanente che era dotato di un rivestimento protettivo di vetro o di cristallo di rocca per proteggere la finezza del lavoro. Queste sculture potevano ornare il coperchio di una piccola scatola o essere incorporate in un gioiello, anello, spilla....


Anello con una miniatura in avorio
Settecento



I pezzi più belli sono stati creati nel corso di un breve periodo, tra il 1770 e la fine del Settecento. Solo pocchi scultori come Jean-Antoine Belleteste e Giuseppe Maria Bonzonigo avevano il savoir-faire per produrre queste miniature che richiedevano un elevato grado di concentrazione e una mano eccezionalmente ferma. Numerose ore o addirittura anni erano necessarie per realizzare questi piccoli "miracoli".

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16/04/14

Paul Sormani, grande ebanista dell'Ottocento

Paul Sormani (1817-1877)

Nato nel regno della Lombardia, a Venezia nel 1817, Paul Sormani è uno dei più grandi nomi dell'ebanisteria del Secondo Impero, riconosciuto come un esperto negli intarsi in legni pregiati.


Cassettone stile Luigi XVI - Paul Sormani
Cassettone stile Luigui XVI
Paul Sormani



Specializzato in piccoli oggetti preziosi come scatole a uso di calamaio e mobili "fantasie, Paul Sormani comincia nel 1860 a produrre riproduzioni e interpretazioni di mobili di stile Luigi XV o Luigi XVI (orologi, mobili di supporto, consolle, cassettoni eccezionali), e riproduzioni di eccelente qualità di alcuni pezzi del Guarde Meuble National.

L'Imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III ha arredato i suoi palazzi con belle creazioni di Paul Sormani. I suoi mobili di stile Luigi XV e Luigi XVI erano molto ricercati dalla grande borghesia parigina.

Cassettone stile Luigi XV - Paul Sormani
Cassettone stile Luigi XV
Paul Sormani


Il suo lavoro è stato spesso esposto e premiato in grande mostre internazionale negli anni 1860 e 1870. Alla sua morte nel 1877, la sua azienda è stata rilevata dalla sua vedova, Marie-Ursule-Philippine Bouvaist, e il loro figlio Paul-Charles Sormani. Fu ribattezzata "Veuve Paul Sormani & Fils".


Orologio Paul Sormani
Orologio
Paul Sormani


Nel 1914, suo figlio Paul-Charles Sormani (1848-1934) ha collaborato con i fratelli Thiebault per creare un negozio al 134 del Boulevard Haussmann a Parigi. Questo negozio, che produceva pezzi di alta qualità in stile Luigi XV e Luigi XVI, durò fino al 1934, data della sua chiusura.


Timbro Paul Sormani Rue Charlot a Parigi



11/04/14

Eugène Galien-Laloue, pittore dell'Ottocento

Eugène Galien-Laloue, un pittore di Parigi. A volte giudicato duramente come molti pittori della Belle Epoque anche chiamati "pompiers", Eugène Galien-Laloue, con la sua pittura dell'Ottocento, ha anche rappresentato scene della vita parigina con grande delicatezza. Emana davvero una grande tenerezza di questi piccoli momenti della vita quotidiana.


Il porto
Il porto
Eugène Galien-Laloue


Guardiamo quello che si dice di lui nel famoso "dizionario dei pittori, scultori, disegnatori, e incisori":
"Questo artista ha riprodotto alcune delle zone più pittoresche di Parigi. Allievo di Charles Laloue, ha figurato a lungo ai Pittori Francesi. Dotato di grande facilità, si è fatto una reputazione, all'inizio di questo secolo, durante questa epoca felice degli omnibus e delle carrozze, evocando l'atmosfera di Parigi nel 1900. L'opera di questo artista manterrà almeno un valore documentario".


Animation Place Saint-Michel
Veduta di Parigi, Animation Place Saint-Michel
Eugène Galien-Laloue
Fonte: Proantic Violon d'Ingres


Come si vede, il giudizio è severo. Naturalmente, Galien-Laloue, anche se non può essere paragonato a Monet o Renoir, o ad un altro gigante della sua epoca, rimane un artista delicato e di talento, un vero cantore della pittoresca Parigi, che comanda l'ammirazione malgrado i critici della sua epoca.


Animation sur les Grands Boulevards
Veduta di Parigi, Animation sur les Grands Boulevards
Eugène Galien-Laloue
Fonte: Proantic Violon d'Ingres


Guardando più da vicino l'opera di Galien-Laloue, notiamo che l'artista non si è limitato a riprodurre una realtà fotografica. Il tocco, sebbene sia esatto, è veloce e reattivo: l'influenza dell'impressionismo si fa sentire. Inoltre, le vedute di Parigi sono suggeriti ma non imposte, ed è qui tutto l'arte di Galien-Laloue. La tenerezza che esce delle scene rappresentate permette di sentire i palpitazioni della vita quotidiana della capitale.


L'ancien Trocadéro
Veduta di Parigi, L'ancien Trocadéro
Eugène Galien-Laloue


Eugène Galien-Laloue continua la grande tradizione delle vedute veneziane di Canaletto e Guardi. Questo spiega l'elevato numero di gouache ed acquerelli realizzati "su motivo" nella sua opera pitturale. Questo innegabile fascino non poteva passare inosservato a lungo, ed è per questo che rimane oggi un pittore famoso e ricercato, noto fotografo dei battiti di cuore della vecchia Parigi.